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L’INTERVISTA a Pietro Pettrone, nuovo coordinatore UIL Caserta

Pietro Pettrone

Caserta. Pietro Pettrone, già Presidente del Comitato Regionale INPS per la Campania, è dal 23 settembre 2022 il nuovo coordinatore del Sindacato della Uil per l’area di Caserta. In precedenza è stato Segretario Confederale responsabile del Pubblico impiego, responsabile dell’organizzazione, nonché segretario generale della Uil enti locali di Caserta.

Pietro Pettrone, Lei è una figura importante e storica del Sindacato: questa nomina giunge in un momento economico negativo per l’Italia intera. Tra i suoi prossimi impegni, la partecipazione alla marcia per la pace a Napoli in programma il 28 ottobre.

Certamente sarò presente insieme a tutto il gruppo dirigente della Uil di Caserta. La Uil Campania, come annunciato dal Segretario Generale Giovanni Sgambati, ha aderito alla manifestazione della pace lanciata dal presidente Vincenzo De Luca perché crediamo che oggi più che mai è necessario unire le nostre voci e vedere la partecipazione di tutta la collettività per fermare un conflitto che ha messo in ginocchio l’Ucraina con tante pesanti ricadute economiche anche sull’Europa.

È un nostro impegno spingere con una manifestazione pacifica le diplomazie internazionali ad agire e decidere con lucidità, soprattutto per scongiurare un’escalation nucleare.

La povertà è un fenomeno in aumento, una drammatica emergenza ulteriormente aggravata dagli aumenti nelle bollette dell’elettricità e del gas. Tra gli strumenti di contrasto figura il reddito di cittadinanza, ma qualcosa non ha funzionato. Come lo migliorerebbe

Premetto che il reddito di cittadinanza è una misura essenziale per combattere la povertà. Specialmente nel periodo della pandemia ha salvato tante famiglie dalla fame, in particolare al sud con percentuali molte alte di beneficiari in Campania e nella nostra provincia. Caserta è tra la terza e quarta provincia per percettori del reddito di cittadinanza e questo, da un lato, fotografa una situazione di disagio, dall’altro pone la questione delle prospettive di un territorio che non può essere lasciato all’assistenzialismo, ma che deve invece trovare risposte sul terreno del lavoro, della sua crescita e della sua qualità. Infatti ho sempre sostenuto, sin dall’inizio, che andava separata l’assistenza economica alle persone che ne avevano legittimamente bisogno, in particolare coloro che non sono in grado di lavorare, dalle politiche sull’occupazione che, come poi è stato dimostrato, non hanno funzionato sia per evidenti limiti legislativi che per carenze strutturali dei centri per l’impiego. Inoltre, al fine di evitare abusi sono necessari maggiori controlli prima dell’effettiva erogazione del sussidio.

Altro tasto dolente, il lavoro: più stabilità, ancora troppo “lavoro nero” e soprattutto più sicurezza sul lavoro.

Questo sarà l’impegno per il prossimo futuro della Uil e del Sindacato Confederale di Terra di Lavoro. Le Segreterie di CGIL, CISL, UIL di Caserta, hanno manifestato forte preoccupazione per la situazione produttiva, economica e sociale del territorio. In primo luogo la crisi dell’apparato produttivo, dal settore metalmeccanico, in tutti i suoi comparti e insediamenti, a partire dalla JABILSOFTLABWHIRLPOOL , agli altri settori e comparti industriali: sono a rischio non solo centinaia di posti di lavoro, ma anche e soprattutto la stessa tenuta delle attività industriali nel territori e, se non si mettono in campo risposte adeguate ed urgenti, non si ferma la tendenza verso la desertificazione di un apparato industriale che pure possiede ancora oggi presenze strategiche. In questo contesto di crisi industriale ed economica in generale, aggravata anche dall’aumento incontrollato ed esponenziale dei costi energetici, aumenta la tendenza alla svalutazione del lavoro, alla sua precarizzazione che è causa non secondaria delle falle enormi sul terreno della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro con crescenti incidenti e morti. Su questo versante, che è un versante di civiltà, CGIL, CISL, UIL nazionali hanno indetto per sabato 22 ottobre una manifestazione a Roma, alla quale ho partecipato anche io, per manifestare un forte impegno del sindacato sulla tutela individuale e collettiva dei lavoratori. In questo ambito è stato molto partecipato anche il presidio che si è tenuto il giorno precedente, venerdì 21 ottobre, presso la Prefettura di Caserta che ha visto la partecipazione di numerosi quadri sindacali e rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza.

Accanto a questi dati che attengono all’apparato produttivo, ne avanzano altri di altrettanta gravità: in primo luogo tutti i ritardi sulle infrastrutture, dalla cui realizzazione dipende gran parte delle possibilità di rilancio del territorio: penso al Policlinico, la cui ancora mancata costruzione impatta non solo sulla qualità del sistema universitario ma anche e soprattutto sulla Sanità il cui modello organizzativo è già insoddisfacente, a partire dallo stato in cui versa la sanità territoriale e di prossimità; all’Interporto Sud Europa, all’implementazione delle ZES. Ma non solo le infrastrutture materiali; largamente insoddisfacente è lo stato di quelle immateriali, delle reti, della banda larga e della connessione in genere che è fattore non secondario dello stato di non attrattività del territorio oltre che di crescenti disagi per i cittadini.

Altro settore che non decolla è quello del turismo, non solo quello balneare ma anche quello culturale: mancano collegamenti e itinerari turistici che a partire dalla Reggia valorizzino i numerosi beni architettonici di cui dispone largamente il territorio. Il contesto sociale presenta dati di eccezionale gravità sul terreno occupazionale: una disoccupazione giovanile intorno al 50%, il che spinge i giovani, specie quelli con curriculum scolastici ed accademici di buon livello ad abbandonare il territorio; una disoccupazione femminile al 60%; una disoccupazione generale intorno al 20%.

Questo insieme di questioni delinea un quadro che richiama la specificità di Caserta e del suo territorio e impone risposte, interventi, progetti e allocazione di risorse, a partire da quelle del PNRR, che impegnano il governo nazionale e quello regionale. CGIL, CISL, UIL di Caserta sono quindi impegnate da un lato a sollecitare un forte e deciso intervento di tutti i livelli delle Organizzazioni per porre la questione Caserta al centro delle agende di governo; dall’altra a costruire un percorso democratico di dibattito e crescente partecipazione delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati. Un percorso che inizierà con incontri tra le Segreterie territoriali delle Federazioni di categoria, a partire già dai prossimi giorni, da quelle del settore industria per proseguire con le categorie operanti nell’area del pubblico impiego e della scuola e con le Federazioni dei pensionati, i parlamentari del territorio casertano, Confindustria e la Prefettura di Caserta.

Si è appena concluso il XVIII Congresso Nazionale Uil a Bologna che ha introdotto diverse novità: per rappresentare le trasformazioni epocali da “Sindacato dei cittadini” siete diventati il “Sindacato delle persone”.

È stato il Congresso delle novità, per costruire il Sindacato del futuro, il Sindacato del Terzo Millennio. E per rappresentare queste trasformazioni epocali e questi obiettivi, la Uil cambia simboli. Non più “Il Sindacato dei cittadini”, ma “Il Sindacato delle persone”.

Oggi, per rendere ancora più evidente questa nuova trasformazione, la Uil ha adottato anche un simbolo di appartenenza: un cerchietto azzurro che compendia il senso di partecipazione a una comunità che vuole essere la più ampia e diffusa possibile.

L’idea del “Sindacato delle persone” nasce dalla volontà di fondare un nuovo umanesimo sociale e sindacale che, come ha detto il segretario generale Pierpaolo Bombardieri nella sua relazione introduttiva: «richiami i valori della solidarietà e dell’umanità, per rappresentare le persone, a prescindere dall’età, dalla religione, dalla provenienza geografica».

Una UIL che sia in grado di allargare la propria rappresentanza, che vuole e intende rappresentare ancora di più chi sta in difficoltà. C’è uno spazio di rappresentanza sociale in questo paese molto grande, dovuto anche alla crisi dei partiti e del movimenti. Abbiamo intenzione di dar voce a chi oggi vive in grande difficoltà con gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione: contratti, piattaforme, vertenze, aggiungendo a questi strumenti una più forte comunicazione con piattaforme informatiche come TerzoMillennio che siano in grado di ascoltare le tante periferie di questo paese, le tante persone che si sentono da sole. Ecco, proviamo a dare anche a loro una mano.

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