Caserta. Per la loro estensione i colli Tifatini dovrebbero essere un bene comune primario per le comunità del territorio da tutelare e valorizzare sia per la loro rilevanza ambientale e botanica che dal punto di vista storico e culturale. Invece continua lo scempio ed il saccheggio delle cave nell’indifferenza (a volte anche di connivenza di tipo camorristico) quasi generale da parte delle istituzioni ed anche dei cittadini.
Lo sfregio delle cave è diventato enorme, con danni irreversibili ed un vero dissesto ambientale, che è sotto gli occhi di tutti. Ora quelle colline non ci proteggono più come una volta. E purtroppo la situazione viene aggravata dai mutamenti climatici.
La corta visione politica e la scarsa sensibilità ambientale degli amministratori continua a produrre danni incalcolabili: un dissesto idrogeologico senza pari. Non basta la chiusura delle attività dei due cementifici (Cementir e Moccia dei veri “mostri industriali” nel pieno della conurbazione casertana), bisogna impedire che in vari punti si continui a scavare ed estrarre calcare (come si può vedere a occhio nudo), bisogna fermare del tutto queste attività, che da decenni ci divorano la vita e la salute. Da parte delle associazioni ambientali e comitati dei cittadini più volte è stato riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica lo scempio già prodotto con la devastazione delle cave con un’opera di distruzione ecologica, che ha già prodotto una situazione di dissesto ambientale per molti versi irreversibile.
Per questi motivi abbiamo costituito una rete di associazioni anche per rilanciare il progetto di interesse regionale del Parco dei colli Tifatini. Come primo atto abbiamo inviato la richiesta a due assessori comunali per una verifica ed un approfondimento in merito. Finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
Nello stesso tempo intendiamo chiedere con forza alle più alte autorità dello Stato e della Regione – anche al Governo – di bloccare questa folle corsa verso la distruzione dell‘eco-sistema in una delle aree a più alta densità urbana e produttiva.
A tal fine stiamo valutando di organizzare un incontro nei prossimi giorni per fare in modo che il Parco dei Colli Tifatini diventi una realtà, una vera priorità per tutti. Come rete di associazioni vogliamo lanciare un appello, rivolto in primo luogo alle massime autorità istituzionali (dalla Regione Campania alla Provincia fino ai Sindaci di Caserta, Capua, Casagiove, Castel Morrone, Casapulla e San Prisco, che hanno già aderito al parco in modo formale)
Nonostante i guasti enormi già prodotti, noi riteniamo che, come è avvenuto in tante altre realtà, si possono progettare interventi per riutilizzare le cave destinandole ad altre attività di tipo sociale e produttivo, in primo luogo per ripristinare i siti naturali, con opere di “ripascimento” (come sta avvenendo in qualche caso). In merito l’università L. Vanvitelli (a partire dal Polo Scientifico) può dare un contributo decisivo per rilanciare un dibattito ed un confronto su nuove idee di crescita sostenibile. Tra l’altro le cave incidono negativamente anche sui lavori del nuovo Policlinico, da anni bloccato.