Trentennale don Diana, don Luigi Ciotti: presenza mafie è ancora forte, estirpare il male alla radice

don Luigi Ciotti

Casal di Principe. “Ci sono sempre stato, anche quando c’erano 4 gatti e sentivo negli interventi in passato che non si riusciva a pronunciare la parola camorra. Diventavano cerimonie molto sterili e noi non abbiamo bisogno di cerimonie. Negli ultimi anni ci sono stati momenti molto più attenti e molto più forti, che ci ricordano che dobbiamo avere anche noi il coraggio di usare delle parole. Non dobbiamo dimenticarci che nonostante le cose belle, importanti, positive, che si sono fatte in questi anni, la presenza seppur in forme diverse delle mafie è molto forte nel nostro Paese”. Così don Luigi Ciotti risponde ai giornalisti a Casal di Principe nella giornata del trentennale dall’omicidio avvenuto per mano della camorra nel 1994 di don Peppe Diana.

“Sparano di meno, sono meno appariscenti – dice – ma hanno trovato nuove forme sono globalizzati, usano le tecnologie e agiscono ad alti livelli. Il problema è che siccome ci sono stati notevoli cambiamenti, sta crescendo la percezione che vede la gran parte delle persone pensare che si passa dal crimine organizzato mafioso al crimine normalizzato, invece le mafie non sono una delle tante cose; la mafia c’è, è presente in forme e modi diversi. Ci vuole una risposta collettiva alla peste mafiosa e alla peste corruttiva”.

“Abbiamo tagliato in questi anni la mala erba in superficie – continua don Ciotti – ci si è occupati di sintomi, un grande lavoro lavoro di magistratura e forze di polizia, ma bisogna estirpare il male alla radice e per farlo c’è bisogno di politiche sociali che vuol dire opportunità che si danno alle persone e se la politica non fa queste politiche non è politica ma è un’altra cosa. Mi auguro che si arrivi alla beatificazione di don Peppe, perchè il martirio è davanti agli occhi di tutti, la sua capacità di dire parole coraggiose e di denuncia, ma anche di fare proposte e azioni partendo dalla parola di Dio; nella nostra mente e nei nostri cuori don Peppino è già Santo”.

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