Cronaca

Delitto di Suio Terme, si sposta a Roma il Riesame del carabiniere

Giuseppe Molinaro

Teano (di Lucio Seneca). I giudici dell’ottava sezione del Tribunale del Riesame di Napoli – presidente Vito Maria Giorgio Purcaro – si sono dichiarati incompetenti per decidere sugli arresti domiciliari chiesti dai legali dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Molinaro, 56 anni, di Teano, autore lo scorso 7 marzo del delitto di Giovanni Fidaleo, 66 anni, direttore di un albergo a Suio Terme – Castelforte (Latina) e del ferimento di Miriam Mignano, 30 anni, ferita dallo stesso carabiniere.

La decisione è legata alla notifica – avvenuta sabato scorso – di una ordinanza «replica» di omicidio e tentato omicidio nei confronti del carabiniere, da parte del Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Cassino. Pertanto, gli avvocati Gianpiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli dovranno ora rivolgersi al Tribunale di Roma, competente per la richiesta degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

La procedura potrebbe impiegare altre due settimane – tempo dal quale è rinchiuso nel carcere militare di Santa Maria, Molinaro – e l’esito dei giudici capitolini potrebbe conoscersi tra la fine di marzo e gli inizi del prossimo aprile. Il carabiniere, nei giorni scorsi aveva anche beneficiato di un permesso in sicurezza di qualche giorno per potersi sottoporre ad un intervento chirurgico presso una struttura day-hospital esterna, nel Casertano.

Atti secretati invece per l’interrogatorio durato una intera mattinata alla quale è stata sottoposta nei giorni scorsi presso l’ospedale Gemelli di Roma la donna ferita, Miriam Mignano. Le sue dichiarazioni saranno confrontate ovviamente con quelle del militare reo confesso e sin dal primo momento resosi collaborativo con gli inquirenti, chiedendo perdono ai familiari del direttore dell’albergo per quello che aveva fatto.

La società che gestisce l’albergo, intanto, con il titolare Mario Ciorra, è pronto a costituirsi parte civile con l’avvocato Salvatore Coletta in quanto si ritiene parte lesa in tutta la vicenda.

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