Cronaca

Camorra: volevano riorganizzare i clan Schiavone e Bidognetti, processo immediato per 39 imputati

palazzo di Giustizia tribunale Napoli

Napoli. Processo immediato, senza il filtro dell’udienza preliminare, per 39 persone, tra cui figli e generi del capo dei Casalesi, Francesco Bidognetti, conosciuto anche con il soprannome “Cicciotto ‘e Mezzanotte“, accusati di aver riorganizzato negli ultimi anni il clan di camorra, in particolare le fazioni Bidognetti e Schiavone.

A disporre il processo immediato è stato il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, dott.ssa Isabella Iaselli, che ha accolto la richiesta presentata dalla Pubblica Accusa, sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Maurizio Giordano, Graziella Arlomede, Fabrizio Vanorio e Vincenzo Ranieri.

Sotto processo agli inizi di giugno andranno i tre figli di Cicciotto, ovvero l’ultimogenito Gianluca, le sorelle Teresa e Katia, i mariti di queste ultime Vincenzo D’Angelo e Carlo D’Angiolella, Emiliana e Francesca Carrino, rispettivamente zia e cugina dei figli del boss (Emiliana è la sorella di Anna, attualmente collaboratore di giustizia nonché ex compagna del boss e madre di Gianluca, Katia e Teresa), e storici affiliati ai Bidognetti come Giosuè Fioretto, marito di Emiliana, e Nicola Kader Sergio, moglie di Francesca e ritenuto capozona a Castel Volturno per conto del clan.

Tra le accuse, oltre a quella di aver riorganizzato il clan soprattutto attorno a Gianluca, nonostante questi fosse in carcere dal 2008 per il tentato omicidio della zia e della cugina Francesca, anche le estorsioni ai danni di numerosi operatori commerciali (un imprenditore è stato attinto alle gambe da colpi d’arma da fuoco), il controllo del settore delle onoranze funebri grazie ad accordi risalenti agli anni ’80 con aziende operanti sul territorio, il traffico di sostanze stupefacenti. Secondo gli inquirenti ad attuare fuori dal carcere le direttive di Gianluca Bidognetti sarebbero state le sorelle Katia e Teresa, che avrebbero percepito lo stipendio del clan, e i mariti di queste ultime, in particolare quello di Katia, Vincenzo D’Angelo.

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