Caserta. L’arrivo della Commissione di indagine – già ieri quando se ne dava per imminente la nomina è scoppiata una bufera politica a Caserta, con il sindaco Pd Carlo Marino che ha parlato di “atto di barbarie” e “ad orologeria” – è stato deciso dal Ministero dell’Interno sulla base del dossier inviato nelle settimane scorse dalla Prefettura di Caserta, che segnalava i gravi problemi giudiziari che hanno coinvolto importanti esponenti della giunta Marino e dirigenti di peso del Comune, accusati di aver concorso ad affidare appalti comunali in cambio di favori, soldi e voti, a diversi imprenditori, alcuni dei quali ritenuti vicini al clan camorristico Belforte di Marcianise.
L’indagine che ha travolto con diversi arresti (tutti annullati dal “Riesame”) il Comune di Caserta, risale al giugno scorso ed è stata condotta dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.
Nel frattempo Marino, che non è indagato (è invece sotto processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere insieme ad altri ex dirigenti e dipendenti comunali per un’altra vicenda del 2021 di appalti di rifiuti truccati), a fine luglio ha azzerato la giunta sperando di rilanciare l’azione amministrativa. Ancora ieri ha garantito la nomina di un nuovo esecutivo con personalità di alto profilo, ma dovrà comunque governare per i prossimi mesi con la spada di Damocle di uno scioglimento per infiltrazioni camorristiche.
Il collegio ispettivo è composto da Maurizio Masciopinto, prefetto; da Laura Mattiucci, viceprefetto aggiunto e da Gianfranco Mozzillo, maggiore della Guardia di Finanza. L’accesso durerà tre mesi, prorogabili una sola volta di altri tre.