Bonifico genitore-figlio: ecco quale causale usare per non avere problemi con l’Agenzia delle Entrate per eventuali movimenti sospetti
Essere genitori significa prendersi cura dei figli in ogni fase della loro vita, non solo fornendo loro affetto e guida morale, ma anche garantendo un supporto concreto nelle varie necessità quotidiane e straordinarie. Questo ruolo non si esaurisce con il raggiungimento della maggiore età, anzi, spesso diventa ancora più significativo quando i figli iniziano a costruire la propria indipendenza.

Soprattutto in quella fase tra pagamento delle spese universitarie, al contributo per l’affitto o acquisto di un’abitazione fino all’aiuto per l’acquisto di beni di prima necessità o per avviare un’attività lavorativa. L’instabilità economica e le difficoltà nel trovare un’occupazione stabile rendono ancora più importante l’intervento dei genitori nel garantire un certo equilibrio finanziario ai figli, affinché possano affrontare le sfide della vita adulta con maggiore serenità. E anche se c’è una base di partenza come un lavoro stabile, costruire all’inizio risulta sempre difficilissimo.
Così ecco che spesso i genitori anticipano o regalano della cifre in base alle esigenze. Trasferire somme di denaro ai figli, però, anche se mosso dalle migliori intenzioni, può avere implicazioni fiscali che è bene conoscere per evitare problematiche future con l’Agenzia delle Entrate. È fondamentale sapere come giustificare questi trasferimenti per non incorrere in accertamenti o sanzioni. Le modalità con cui viene effettuato il passaggio di denaro, la causale scelta e la tipologia di supporto economico offerto possono fare la differenza tra un’operazione trasparente e una potenzialmente contestabile.
Bonifico ai figli: quale casuale per evitare problemi fiscali
Fare un bonifico al proprio figlio può sembrare un’operazione semplice, ma è fondamentale prestare attenzione alla causale. Questo permette, a meno che non vi siano altre stranezze, di evitare che l’Agenzia delle Entrate possa interpretare il trasferimento come un reddito non dichiarato o un’operazione soggetta a imposte particolari.
Dal punto di vista giuridico, un bonifico ai figli può essere considerato una donazione o un regalo. Le donazioni possono essere dirette o indirette:
- Donazione diretta: si tratta di una somma di denaro trasferita senza alcuna condizione. In questi casi, anche se non obbligatorio, è consigliabile inserire una causale chiara come “donazione”, “dono” o “regalo”.
- Donazione indiretta: si verifica quando il denaro è destinato a uno scopo specifico, come l’acquisto di un’auto o di una casa. In questi casi, è utile indicare una causale dettagliata, ad esempio “donazione per acquisto auto“ o “contributo per acquisto casa“.
Altri termini adatti per l’Agenzia delle Entrate

Se il bonifico è legato a un’occasione particolare, si può usare una causale più specifica che indichi il contesto della donazione. Alcuni esempi sono:
- “Regalo di compleanno”;
- “Dono per la laurea”;
- “Pensiero per Natale”.
Sebbene non siano obbligatorie, queste specifiche possono rafforzare la natura del trasferimento e prevenire eventuali dubbi fiscali. Un genitore però può voler sostenere economicamente il figlio in spese concrete, come l’affitto o l’università. In questi casi, il bonifico assume la forma di donazione indiretta e la causale deve rifletterne la destinazione, ad esempio:
- “Contributo per affitto”;
- “Aiuto per spese universitarie”;
- “Sostegno per corso di specializzazione”.
Queste indicazioni risultano particolarmente utili nel caso in cui il figlio sia uno studente fuori sede, poiché in questa situazione potrebbe ricevere regolarmente somme di denaro dai genitori per coprire le spese di mantenimento, come l’affitto, le bollette, il cibo e altre necessità quotidiane. Seguendo queste linee guida, è possibile gestire al meglio il trasferimento di denaro, assicurandosi che sia effettuato in modo sicuro, tracciabile e vantaggioso sia per chi invia che per chi riceve
Quanto si può donare massimo per legge a un figlio?
In Italia, non esiste un limite massimo specifico per le donazioni ai figli, ma è importante considerare alcuni aspetti fiscali e legali. Le donazioni di valore significativo, in particolare quelle superiori a 1 milione di euro per ciascun beneficiario, sono soggette a imposta di donazione con un’aliquota del 4%. Ma importi inferiori a questa soglia sono esenti da tassazione.
Inoltre le donazioni di modico valore, come regali o somme contenute, non richiedono formalità particolari, mentre per cifre più elevate è consigliabile effettuare un atto pubblico con l’intervento di un notaio per garantire la regolarità dell’operazione ed evitare eventuali contestazioni future. Per non incorrere in problemi fiscali, è sempre opportuno indicare chiaramente la causale del bonifico e, se necessario, documentare l’origine del denaro trasferito.