Lavoro nero e sicurezza in provincia di Napoli pesante il bilancio di un blitz effettuato la scorsa settimana nel settore manifatturiero dagli ispettori del lavoro insieme ai militari del NIL (Comando tutela del lavoro).
I controlli, che hanno impegnato una ventina di unità tra ispettori civili e Carabinieri del Comando tutela del NIL hanno interessato 7 aziende manifatturiere operanti nel campo della confezione di abbigliamento e della lavorazione del cascame tessile (riciclaggio di indumenti), risultate tutte irregolari sia sotto l’aspetto lavoristico sia riguardo al rispetto della normativa sulla sicurezza del lavoro.
L’attività ispettiva ha consentito di accertare la presenza di 21 lavoratori completamente al nero sugli 82 complessivamente occupati nelle unità produttive. Tra questi tre lavoratori risultavano percettori del reddito di cittadinanza.
Per 6 aziende su 7, che occupavano personale al nero in percentuale pari o superiore al 10%, con provvedimento dell’Ispettorato del lavoro è stata disposta anche la sospensione dell’attività imprenditoriale.
Nelle more della regolarizzazione dei lavoratori in nero – condizione per ottenere la revoca delle sospensioni e ripartire con le attività – saranno contestate sanzioni amministrative per circa centomila euro, oltre ai recuperi previdenziali ed assicurativi.
In materia di sicurezza sul lavoro, inoltre, sono stati adottati 49 provvedimenti di prescrizione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in particolare per assenza di nomina Responsabile del servizio di prevenzione (RSPP), assenza di aggiornamento del Documento di valutazione del rischio (DVR) e di nomina del Medico competente, per omessa sorveglianza sanitaria, assenza del Certificato di prevenzione incendi, mancanza di cautele verso il rischio elettrico, omessa informazione e formazione con importi sanzionatori per ulteriori 357.816 euro.
Per i lavoratori percettori indebitamente del reddito di cittadinanza è stata inviata notizia di reato alla Autorità giudiziaria e disposta la revoca dei benefici.