Associazione Mondragone Bene Comune. L’AMBC condivide i referendum della Cgil che puntano a smontare quelle leggi che hanno prodotto nel tempo un mondo del lavoro pieno di precarietà e insicurezza. Condividiamo i 4 quesiti di questa campagna che pone al centro il lavoro e i lavoratori per cambiare con un grande sforzo collettivo quelle norme che hanno leso i diritti dei lavoratori rendendoli più poveri e vulnerabili. Non possiamo tollerare che i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori stabiliti dalla Costituzione non siano applicati, a partire dal diritto ad avere una retribuzione dignitosa e a non rischiare la vita mentre si lavora perché si è ostaggi di un sistema balordo costruito su appalto, subappalto e logica della precarietà.
Nei giorni scorsi l’Associazione Mondragone Bene Comune ha lanciato l’appello affinché anche nel Comune di Mondragone, sulla scia di ciò che sta accadendo in tante realtà locali, si possa dar vita al salario minimo: https://www.casertanotizie.com/politica/2024/04/11/introduciamo-il-salario-minimo-per-coloro-che-lavorano-negli-appalti-comunali/. Un appello che nessuno per il momento (in Consiglio comunale e in Città) ha ritenuto degno di nota.
I quesiti referendari proposto dalla CGIL, come detto, sono quattro. I primi due sui licenziamenti: uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese, previsti dal Jobs act. Il terzo riguarda invece la reintroduzione delle causali per i contratti a termine e in questo caso il riferimento legislativo è ad una delega del Jobs act, ma anche alla norma introdotta dal governo Meloni che lascia alle parti individuali la possibilità di indicare esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva. Il quarto quesito è infine relativo agli appalti e attiene alla responsabilità del committente sugli infortuni.
La raccolta firme è partita il 25 aprile scorso. Ricordiamo che si può firmare anche con lo Spid o la Cie al link: https://www.cgil.it/referendum. Tutte le info su www.cgil.it.
Intanto, siamo costretti a dover registrare un ennesimo episodio di violenza urbana, consumata tra i cosiddetti Palazzi Cirio e Via Savona. E ancora una volta il Sindaco (già vicesindaco per 5 anni e già assessore ai tempi del sindaco Cennami) non è riuscito ad andare oltre la solita stucchevole richiesta di convocazione del tavolo tecnico per la sicurezza e l’ordine pubblico. È l’ennesima dimostrazione del fallimento dell’Amministrazione Lavanga e del suo “mentore”. E pensare che avevamo fatto un richiamo ai cosiddetti Palazzi Cirio e più in generale ai disagi di questo territorio appena qualche giorno fa: https://www.casertanotizie.com/politica/2024/04/30/la-poverta-abita-lungo-la-via-domiziana/.
Abbiamo “perso le parole”, non sappiamo cos’altro aggiungere su questi temi e, quindi, ci limitiamo a richiamare tre pregressi interventi, tra i tantissimi che negli anni abbiamo dedicato al welfare e al tema delle sicurezze, ovviamente passati del tutto inascoltati: https://www.anteprima24.it/caserta/riqualificazione-edifici-acer-lavori/; https://www.casertanotizie.com/politica/2023/09/16/ambc-e-alla-fine-anche-de-luca-si-volto-dallaltra-parte/; https://www.casertanotizie.com/politica/2024/04/08/mondragone-un-comune-di-dipendenti-a-meta/.
E mentre registriamo (non senza qualche perplessità: perché?) che la Guardia di Finanza andrà ad occupare il bene confiscato Villa Bencivenga – Biondani, ancora una volta proponiamo che le forze dell’ordine, a partire dal Comando dei Vigili Urbani, insedino le proprie strutture presso i cosiddetti Palazzi Cirio. In attesa della decisione di come intervenire su questo sito (e sulle altre “enclave” di illegalità, disagio e marginalità, come quella di via Savona). Una decisione che ormai non può più essere rimandata.