Basket

JuveCaserta, quando eravamo felici…

quando eravamo felici
Foto: Adi Vastano

Caserta. Un anno. Cosa può succedere in 365 giorni? Lo scorso campionato, a questa data, la Juvecaserta vinceva con Bisceglie la decima gara consecutiva, aveva entusiasmo e un pubblico che riempiva il palazzetto, seconda in classifica con 11-2 di record, e se si pensa che quelle due sconfitte erano una contro Ruvo all’esordio, quando ancora si dovevano capire delle cose, e una a Roseto con un tiro di Morici sulla sirena da metà campo, allora…

Caserta allora non aveva una squadra esente da critiche, aveva in Sperduto il suo go to guy, in Mei il suo jolly, in Drigo e Cioppa la provvidenza. Aveva Lucas che batteva l’uomo in palleggio e aveva Sergio a battagliare in vernice, e tante gare le aveva vinte punto a punto, non sempre entusiasmando, anzi foraggiando i cardiologi casertani. Pensare alle vittorie in sequenza con Monopoli, Sant’Antimo, Teramo fa ancora venire i brividi…

Diversa la musica di questa stagione. Giocatori demotivati, si perdono sempre i finali punto a punto e anche quando si gioca bene tutto gira storto, per non parlare di infortuni, rivoluzioni tecniche e tattiche e quant’altro. Ogni strada è dura da portare avanti, col record che oggi segna 1-14, ed il tassametro che ora attesta a 13 sconfitte consecutive. E le critiche piovono da qualsiasi latitudine, il futuro non è roseo e sembra non trovarsi il bandolo della matassa.

Il Presidente Farinaro ha avuto coraggio, ha messo impegno e – come ha ammesso nell’intervista di cestisticamente parlando – si è preso le sue responsabilità per la squadra, il momento e le soluzioni scelte. Un gesto nobile ma che non cambia la classifica o le prospettive in vista dell’ultimo match dell’anno.

La vera differenza tra questa stagione e la precedente è in un approccio al campionato diverso. Mentre di riffa e di raffa nella scorsa stagione, da squadra costruita in corsa a seguito dell’acquisto del titolo, si è dovuto sudare e partire senza ambizioni, con un pubblico che piano piano ha preso per mano questa squadra, ora non si è avuto tutto questo. Si è sottovalutata e non poco la riforma del campionato e l’innalzamento del livello, si è pensato che bastasse il rendimento raggiunto da Luise e dai suoi per confermarsi ai vertici, come se il solo nome Caserta bastasse. Poi il mercato con degli evidenti errori, la crisi e la voglia di recuperare tutto e subito, facendo forse anche peggio, almeno numeri alla mano questo è.

Un dato che non si finirà di dimenticare, ma che fa tutta la differenza del mondo è che questa squadra ha sempre vissuto dell’affetto del pubblico, che proprio nel PalaPiccolo faceva sentire il fiato sul collo agli avversari. La trasferta ad Aversa ha aggiunto un carico non da poco su una formazione fragile mentalmente, ancor di più perché ci si allena al PalaAngioni di Maddaloni ad orari non consoni per una squadra che ha bisogno di stare insieme. Le tante promesse della solita politica casertana hanno privato la JuveCaserta anche della sua unica speranza, il suo pubblico, che ora critica e con costrutto.

Tifosi juvecaserta

Un anno fa. Eravamo felici, sembravamo tornati, ed ora non ci resta che sperare in un miracolo, in uno di quei tiri assurdi di Mei come al supplementare con Monopoli, oppure in una delle uscite di Sperduto sulla sirena, con le lacrime agli occhi e la speranza che quei momenti tornino. Anche se ci si accontenterebbe anche di un auto canestro involontario all’ultimo secondo di un giocatore di Sant’Antimo sabato sera per uscire dalla crisi e provarci, ancora. Fino alla fine.

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