Associazioni, Fondazioni, movimenti, familiari di vittime di violenza stradale, utenti della strada parteciperanno il 21 maggio alla manifestazione nazionale a Roma e in altre città italiane per richiamare l’attenzione di cittadini, istituzioni e media sulla strage stradale.
Una guerra quotidiana e ignorata che continua a uccidere e a ferire nell’indifferenza generale. Sono tragedie e dolore evitabili e serve il massimo impegno di tutti per diffondere una nuova cultura stradale che tuteli la salute e la vita delle persone. Una cultura in cui prevenzione e mobilità sostenibile siano finalmente priorità.
In un manifesto le motivazioni e le richieste di chi crede che il cambiamento sia possibile, necessario e urgente. Eccole.
«Sono passati oltre due anni dalla grande manifestazione nazionale per la prevenzione stradale di Roma 2020, la strage stradale non accenna a diminuire, né tantomeno a fermarsi, come era negli obiettivi e le speranze che accompagnarono la nostra iniziativa. Dalla data della manifestazione a oggi abbiamo dovuto invece contare ancora oltre 4000 vittime e migliaia di feriti gravi e invalidi permanenti. Il nostro accorato appello purtroppo è caduto ancora nel vuoto. Tutto il nostro impegno non è servito a risparmiare alla comunità tragedie e dolore che potevamo e dovevamo evitare. Le strade sembrano essere diventate ancora di più il luogo dove dare libero sfogo all’ansia e alla frustrazione accumulate in questo drammatico periodo di crisi sanitaria e sociale.
La forma di queste strade, le loro dimensioni, la carenza, troppo spesso assenza, di strutture fisiche, strumenti tecnologici, personale e cultura per il controllo e la moderazione delle velocità e dei comportamenti rendono ancora possibile, anzi, fin troppo agevole, ogni più efferata azione di guida. Le tragiche notizie che continuano ad arrivare a getto continuo da tutta la rete viaria del nostro Paese cadono una dopo l’altra nell’indifferenza generale, politica e mediatica, rinnovando il dolore in chi è costretto a vedere nella morte di un proprio caro un sacrificio inutile e accrescendo la preoccupazione per l’incolumità personale e dei propri familiari in tutti gli utenti della strada, quelli fragili in primis.
Violenza e invasività motoristica non attengono solo alla mortalità stradale ma anche all’invivibilità degli spazi pubblici urbani, luogo di socializzazione per eccellenza, relegando, sempre più, nella solitudine delle proprie abitazioni, bambini, disabili, anziani e cittadini in genere.
I cittadini della strada tornano a mobilitarsi, stavolta a Roma e in tutta Italia, il 21 maggio 2022, respingendo e denunciando con forza, per l’ennesima volta, l’inerzia di amministratori locali, decisori politici e di tutte le istituzioni competenti di fronte a un fenomeno di immane impatto sociale come la strage stradale. Impatto che produce anche pesanti effetti economici, incidendo nella misura di circa il 2% del bilancio complessivo statale e sottraendo vitali risorse, dell’ordine di decine di miliardi di euro ogni anno, alla sanità, la scuola, le infrastrutture, gli investimenti e molto altro.
Respingiamo e andiamo oltre gli obiettivi internazionali Vision Zero che, proiettati su spazi temporali così lunghi, significano una inaccettabile dichiarazione implicita di condanna a morte per migliaia di persone. L’unico target accettabile è Vision Zero Now tramite subitanea moratoria sul potenziale offensivo delle armi stradali con immediato adeguamento e controllo delle velocità urbane consentite».
«Sollecitiamo con decisione le istituzioni a rispondere all’emergenza straordinaria stradale con interventi urgenti ed immediatamente efficaci:
Oltre al contributo professionale del personale di controllo, il cui organico deve essere costantemente monitorato e reso adeguato nella consistenza e nella formazione, è necessario anche un consistente impiego di soluzioni tecniche al servizio della prevenzione:
Le seguenti attività portano risultati nel medio e nel lungo periodo ma hanno bisogno di essere avviate subito, a partire dall’imprescindibile attività di sensibilizzazione sociale:
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