Capua. Sarà il musicista e scrittore, docente al Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno, Marco Zurzolo ad aprire Capua il Luogo della Lingua festival 2024, mercoledì 22 maggio alle 18.30.
La diciannovesima edizione del festival letterario, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone, che coniuga i linguaggi contemporanei nella città del Placito capuano, alza il sipario con una storia di musica.
E lo fa nell’Auditorium Martucci del Gesù Gonfalone, dedicato al grande compositore e Maestro d’orchestra capuano.
Con tutto il pubblico affezionato e la partecipazione del Liceo Musicale di Capua “L. Garofano” incontreremo l’artista per parlare del suo libro “O fischio ca nun fa paura” edito da Colonnese editore.
A condurre la serata, che sarà ricca di parole e musica, grazie all’Orchestra Martucci, diretta dal M° Giancarlo Perna, saranno Nicoletta Ferace, presidente dell’Associazione Giuseppe Martucci, partner della serata, e la giornalista Mariamichela Formisano, responsabile della comunicazione di Capua il Luogo della Lingua festival, dopo i saluti della Dirigente scolastica Mariachiara Menditto e del coordinatore prof. Antonio Parillo.
Con noi, per tutto il festival, le telecamere di Grand Tour Campania di Ciro Sapone
Marco Zurzolo, diplomato in Flauto al Conservatorio di Musica di Napoli, è un sassofonista, compositore, direttore e arrangiatore musicale. Ha composto numerose colonne sonore per il cinema, il teatro e la televisione. Per le sue composizioni ha vinto prestigiosi premi, fra cui “Il premio qualità” del Ministero della Cultura. Tra i suoi ultimissimi lavori: musiche originali composte per il film Rai In punta di piedi (2018) e per la fiction Rai I bastardi di Pizzofalcone.
Il libro
Il fischio che non fa paura non è quello delle bombe, che a centinaia caddero sulla Napoli del 1943. Ma proprio tra i ricoveri e gli allarmi di quei giorni di paura, e poi di orgoglio e di riscossa popolare, Zurzolo fa cominciare questo suo sorprendente racconto, che rimescola la vita e la musica, i sogni di una generazione. Una storia inventata ma non troppo, che ripercorre l’avventura di un gruppo di ragazzi che suonano più forte delle bombe, e mettono su una band che insegue il successo e lo conquista pure, per poi perdersi di vista. Come capita sempre nella vita, di perdersi. Il sax arrabbiato Tonino disegna così la melodia malinconica che dai vicoli del porto intreccia le storie di Nicola l’Indiano, della bellissima Wanda-Giannino, dello Scellone, di Aniello e di tanti altri. Il senso di questo racconto – a tratti magico, incantato – è che bisogna suonare più forte delle bombe, siano quelle della Striscia di Gaza alla televisione, o della Napoli del ’43, o delle paranze vigliacche che insanguinano le strade di oggi. Perché la musica è più forte. La vita è sempre più forte. Completa il racconto una selezione di tracce musicali (QR-Code), in cui Zurzolo insieme ai suoi studenti del Conservatorio di Salerno reinterpreta alcuni memorabili brani del panorama musicale della seconda metà degli anni ’70, dagli Showmen ai Napoli Centrale, Carlo d’Angiò ed Eugenio Bennato, Pino Daniele…
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