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“Battaglia del Pastificio”, stasera a Vaccheria il 31° Memorial. Gianfranco Paglia: “Rifarei tutto”

Caserta. Questa sera alle 17.45 nel santuario SS Maria delle Grazie in località Vaccheria ci sarà il 31° Memorial della “Battaglia del Pastificio“. Nel corso dell’evento verrà piantato un ulivo alla memoria dei tre soldati italiani morti. Dopo 31 anni il memorial si terrà nello stesso luogo in cui 31 anni fa la comunità di San Leucio, appresa la notizia del ferimento grave del giovane Gianfranco Paglia, abitante del luogo, corse nella chiesa di Vaccheria a pregare, affinchè non morisse.

Il 2 luglio 1993, venne deciso un rastrellamento del quartiere Haliwaa, a nord di Mogadiscio. Alcuni obiettivi erano situati nei pressi di un pastificio abbandonato della Barilla, vicino al quale era stato costituito un posto di blocco, sull’incrocio tra via Imperiale e Strada 21 Ottobre, denominato appunto “Checkpoint Pasta“. Qui tre soldati: Pasquale Baccaro, parà del 186º Reggimento “Brigata paracadutisti Folgore” MOVM alla memoria; Andrea Millevoi, sottotenente dell’8º Reggimento “Lancieri di Montebello”, MOVM alla memoria e Stefano Paolicchi, sergente maggiore del 9º Reggimento paracadutisti d’assalto “Col Moschin”‘, MOVM alla memoria, rimasero vittima di un’imboscata delle milizie del generale Aidid, signore della guerra somalo.

Non smetterò mai di ricordare ciò che accadde il 2 luglio 1993 a Mogadiscio durante la Battaglia del Pastificio e non smetterò mai di dire che Andrea Millevoi, Pasquale Baccaro, Stefano Paolicchi, saranno per sempre presenti finché vivranno nel cuore di chi resta” – così il Tenente Colonnello Medaglia d’Oro al Valor Militare, Gianfranco Paglia, ricorda quel giorno di 31 anni fa, quando rimase ferito gravemente da tre proiettili di cui 1 alla colonna vertebrale, che gli ha privato per sempre l’utilizzo degli arti inferiori.

Da quel 2 luglio ad oggi – aggiunge Pagliail ricordo e l’attenzione non sono mai venuti a mancare dalle Istituzioni e dai cittadini, e ciò rafforza in me la consapevolezza di cosa significhi indossare l’Uniforme e quanto credo c’è nel testo del giuramento. Sono in molti, negli anni, a chiedermi se fossi disposto, tornando indietro, a ripetere quanto fatto; e ora più che mai, senza alcun dubbio, dico che ne è valsa la pena e con forza ribadisco che c’è necessità di lavorare perché vi sia pace costi quel che costi. Il sacrificio dei nostri Caduti non dovrà spegnere la speranza che tutto ciò possa accadere e spetta a noi continuare quella missione che ci rende fieri ed orgogliosi di essere soldati italiani“.

Redazione

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