Cronaca

Raffaele Imperiale, da una rivendita di bevande al controllo di un terzo del commercio di cocaina in Europa video

La DEA ha descritto il cartello creato da Raffaele Imperiale come uno dei cinquanta più grandi cartelli della droga al mondo.

Raffaele Imperiale

Napoli. Da piccolo rivenditore di bevande, la carriera criminale di Raffaele Imperiale, 48 anni da Castellammare di Stabia, attualmente detenuto in un carcere italiano, si trasformò nel 1996, quando ricevette in eredità dal fratello defunto il pub bar Rockland di Amsterdam. Da qui si presume che il narcos stabiese abbia intrapreso la sua carriera criminale, iniziando a vendere le cosiddette droghe leggere, prima di espandersi nel traffico di cocaina, grazie anche alla conoscenza maturata sul posto, con il trafficante di droga Richard van de Bunt, detto Rick il biondo.

La “carriera” di Imperiale ebbe un’ascesa vertiginosa quando venne presentato al clan Di Lauro, e in breve tempo divenne il punto di contatto del sodalizio camorristico napoletano operante nell’area a nord, nei quartieri di Secondigliano e Scampia, nella gestione dei cartelli del narcotraffico in Perù, Ecuador e Colombia.

La Drug Enforcement Administration, conosciuta anche con l’acronimo DEA, l’agenzia federale antidroga statunitense facente capo al Dipartimento della giustizia USA, attraverso sue informative ha descritto il cartello creato da Imperiale come uno dei cinquanta più grandi cartelli della droga al mondo, con un forte e aggressivo monopolio della cocaina in Perù.

Sempre la DEA descrive quello di Imperiale come un super cartello della droga, abbastanza potente da controllare circa un terzo del commercio di cocaina in Europa, che riusciva con facilità a penetrare attraverso i principali porti olandesi.

Imperiale è conosciuto alle cronache anche per essere un “fine” collezionista di opere d’arte. Nel 2016 due quadri di Van Gogh, rubati dal Van Gogh Museum di Amsterdam nel 2002, verranno ritrovati in una villa di sua proprietà a Castellammare di Stabia.

Secondo il collaboratore di giustizia Gennaro Carra, riferendosi al signore della droga 48enne, Raffaele Imperiale, e il socio Mario Cerrone, avrebbero voluto anche acquistare il Calcio Napoli con i soldi delle “attività” illegali. “Hanno una disponibilità economica pazzesca Cerrone e Imperiale, volevano anche comprare la società Napoli Calcio” – rivelò Carra, in un interrogatorio davanti ai magistrati della DDA di Napoli.

A quanto riportano gli atti, Imperiale, stava spendendo una fortuna mantenendo uno stile di vita sontuoso a Dubai. Gli investigatori della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Napoli, grazie all’esame del contenuto delle chat trasmesse dall’autorità giudiziaria francese, hanno portato alla luce, tra le altre cose, che nel primo trimestre del 2020, il narcos napoletano, avrebbe speso quasi sette milioni di euro per sue esigenze personali, dato che mette in evidenza l’enorme disponibilità finanziaria accumulata.

Opentiger, questo il nickname che Raffaele Imperiale utilizzava per le sue comunicazioni con la piattaforma di telecomunicazioni criptate con sede nei Paesi Bassi, Encrochat, piattaforma che per la sua peculiarità veniva utilizzata soprattutto da una folta clientela attiva nella criminalità organizzata. Fino a quando nel giugno 2020 fu oggetto di un’indagine da parte delle autorità giudiziarie e di polizia inglesi, francesi e olandesi, e a seguito della scoperta di infiltrazioni criminali nel loro sistema, cessò la propria attività a fine 2020.

I messaggi criptati che si sono scambianti Imperiale e il suo contabile, Corrado Genovese, sono contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale il GIP di Napoli Linda D’Ancona ha disposto 28 custodie cautelari in carcere (notificati da Polizia e Guardia di Finanza) nei confronti dei componenti la sofisticata banda transnazionale di trafficanti di cocaina guidata proprio dal narcos di Castellammare di Stabia.

In una fotografia inviata il 3 aprile 2020 a Genovese, nickname Mightywood, vengono riepilogate le spese personali e di gestione di Imperiale relative al primo trimestre 2020, che ammontano a oltre 6 milioni e 922mila euro. Figurano, per esempio, 181mila euro alla moglie, 492mila al cognato, 30mila per la compagna di quest’ultimo, 497mila euro per la sua ex moglie.

Nella lista è anche incluso il boss del clan Amato Pagano, Raffaele Mauriello (nome in codice Floky) a cui sono destinati 155mila euro. Considerevole anche la spesa per i voli aerei: ben 214.510 euro, di cui 5mila per gli spostamenti della suocera e di sua sorella. Oltre a regali per 200mila euro e oltre 131mila per gli extra.

Negli ultimi 10 anni, Imperiale trasferisce i suoi affari e la sua latitanza a Dubai, e sotto il falso nome di Antonio Rocco, continua a spendere i proventi delle sue attività illegali oltre che nello sfarzo e lusso, anche nel comparto immobiliare di prestigio. Ma proprio a Dubai e nel pieno delle sue attività e della sua sfarzosa vita, Raffaele Imperiale da Castellammare di Stabia, venne arrestato il 4 agosto 2021, su richiesta delle autorità italiane, ed estradato il 25 marzo 2022. Nel video durante l’arresto avvenuto nella sua villa a Dubai da parte delle squadre speciali degli Emirati, si intravede attaccato alla parete un poster di Pablo Escobar, il più sanguinario signore della droga del Sud America.

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