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Violenze Carcere: nel rito abbreviato assolti con formula piena Vittorio Vinciguerra e Angelo Di Costanzo

Santa Maria Capua Vetere (di Giovanni M. Mascia). Assolti con formula piena, per non aver commesso il fatto, i due agenti penitenziari Vittorio Vinciguerra e Angelo Di Costanzo, difesi dagli avvocati Gerardo Marrocco, Massimiliano Di Fuccia e Mauro Iodice. La sentenza del procedimento, celebrato con il rito abbreviato, è stata emessa dal GUP D’Angelo. I due agenti erano stati coinvolti nell’inchiesta per le violenze consumate il sei aprile del 2020 nell’Istituto penitenziario Uccella di Santa Maria Capua Vetere.

Vinciguerra e Di Costanzo erano accusati di tortura, di abuso di autorità su arrestati o detenuti e lesioni aggravate dall’uso dell’arma. Non sono state accolte le richiesta dei pubblici ministeri Daniela Pannone e Maria Alessandra Pinto che avevano chiesto la condanna a sei anni per Di Costanzo e a tre anni e otto mesi per Vinciguerra.

Secondo la ricostruzione dei fatti, attraverso videoriprese e testimonianze, per l’accusa non vi sarebbero stati dubbi sulla condotta vessatoria e degradante imposta ai detenuti del reparto Nilo dai due imputati. In particolare aveva reso dichiarazioni il detenuto Raffaele Enghben, detenuto nella terza sezione al secondo piano nel reparto Nilo, il quale aveva riferito che tutto era nato da una protesta pacifica, con battitura delle sbarre, in seguito alla notizia della positività da Covid di un detenuto. Tutto quello che i detenuti avevano chiesto era la possibilità di avere un colloquio con il Commissario e con il comandante della polizia penitenziaria. Il detenuto sarebbe stato umiliato con torture psicologiche e fisiche da parte di Vinciguerra e degli altri agenti appena giunto nel reparto Danubio.

Secondo quanto testimoniato anche dal detenuto Madhi, lo avrebbero costretto a scrivere più volte il suo nome e a pronunciarlo, indifferenti alle difficoltà incontrate dalla vittima, gli agenti lo avrebbero anche schiaffeggiato.

Dopo l’aggressione Enghben avrebbe subito un’alterazione dell’equilibrio psicofisico derivante da un disturbo da stress acuto, con uno squilibrio del ritmo sonno veglia e con una eccessiva tensione psichica.

Secondo quanto dichiarato dalle vittime, vi era anche un rituale per i detenuti appena trasferiti nel carcere Uccella, venivano denudati e fatti girare come trottole su se stessi e poi schiaffeggiati, tanto per fargli capire quale fosse il regime carcerario.

In merito ai maltrattamenti ed alla individuazione dei responsabili vi sono state anche le dichiarazioni rese da Fakhri Mourauane, che ha descritto i suoi aguzzini e lo stesso Vinciguerra: “l’agente inquadrato in fondo alla telecamera sulla sinistra penso che si tratti dell’assistente Vittorio, addetto alle domandine. Penso che sia lui in quanto è simile per fisionomia, statura e modalità a sferrare i colpi, tenuto conto della sua statura e cogliendo la somiglianza alle modalità con le quali ha picchiato anche me“. Ora si dovranno attendere le motivazioni della sentenza.

Gli altri 105 imputati sono sotto processo davanti alla Corte d’Assise, dove è ancora in corso il controesame del brigadiere Medici. Numerose le parti civili costituite.

Giovanni Maria Mascia

Giornalista professionista. In passato ha collaborato con La Gazzetta di Caserta. È socio Terra Nostra APS.

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