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Camorra: mille euro ad asta all’avvocato per non figurare nelle procedure di acquisto

Mondragone (di Giovanni M. Mascia). Centinaia di intercettazioni per dimostrare il contesto criminale in cui venivano gestite le aste giudiziarie, contesto che veniva controllato in prima persona da Francesco Tiberio La Torre, nella cui auto, una Mercedes classe A, gli investigatori avevano posto una cimice.

Figlio del capoclan Augusto La Torre, Tiberio, che aveva preso il nome dal nonno, aveva anche assunto le redini del clan, tanto che in una delle intercettazioni gli dicono “il paese è tuo“.

Il contenuto delle intercettazioni è stato oggetto del processo a carico di Salvatore De Crescenzo 45 anni detenuto al 41 bis, di Mario Landolfo di 61 anni e del figlio Massimo di 32 anni di Mondragone e dell’avvocato Gioia Esposito 43 anni di Capua. De Crescenzo e La Torre facevano riferimento a Mario e a Massimo Landolfo che gestivano in franchising l’agenzia Aste Point in viale Europa a Mondragone, agenzia che si occupava di aste giudiziarie, Massimo aveva anche una pasticceria nella stessa città.

Dalle intercettazioni è anche emerso che i Landolfo corrispondevano all’avvocato Gioia Esposito mille euro ad asta, per non figurare nelle procedure di acquisto degli immobili.

Come è già emerso nella precedente udienza, il modus operandi era quello di individuare i beni immobili da acquisire, fare andare deserte le prime aste, anche attraverso minacce, così da acquistare gli stessi beni a prezzi stracciati. Dalle intercettazioni è emerso che Giuseppe Siciliano, noto come Pinuccio babá, aveva comprato diversi immobili alle aste giudiziarie che si erano tenute al tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere. Siciliano che aveva una rivendita di auto si era però rivolto ad Antonio Neri, già condannato per associazione camorristica, ingenerando l’ira di La Torre e De Crescenzo, in quanto quello delle aste giudiziarie era loro monopolio.

Infatti è stato accertato che i Landolfo avevano ottenuto una cinquantina di mandati e Mario era solito incontrare i suoi clienti in un bar del centro commerciale Jambo.

Il processo istruito dalla DDA di Napoli è in corso davanti la seconda sezione collegio B del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dalla dottoressa Loredana Di Girolamo.

Giovanni Maria Mascia

Giornalista professionista. In passato ha collaborato con La Gazzetta di Caserta. È socio Terra Nostra APS.

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