Casal di Principe (Lucio Seneca). La Terza Sezione Penale della Corte d’Appello di Napoli ha confermato quanto deciso nel processo di Primo Grado tenutosi dinanzi ai giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Ivanhoe Schiavone, figlio di “Sandokan” Schiavone; il cugino (figlio di Walter) Francesco Schiavone; Corvino Giacinto e Pezzella Ortensio, accusati di imporre ai commercianti di Casal di Principe i gadget, penne e calendari, per conto della famiglia di “Sandokan“.
Il Procuratore Generale aveva impugnato l’assoluzione chiedendo 12 anni di pena per Ivanhoe Schiavone e 7 anni per gli altri imputati ma i giudici di Secondo Grado hanno ritenuto privo di riscontro l’impianto accusatorio che fece scattare gli arresti. Pertanto hanno assolto per non aver commesso il fatto Schiavone Jr., il cugino (figlio di Walter) Francesco Schiavone e altre due persone (che rispondevano solo della partecipazione all’imposizione del materiale pubblicitario): Ortensio Pezzella e Giacinto Corvino finiti nell’inchiesta dove si ipotizzava il racket della pubblicità.
In Primo Grado l’accusa aveva chiesto oltre quaranta anni di reclusione per gli imputati: 12 anni solo per il figlio di “Sandokan” e dai 7 agli 8 anni per gli altri. L’inchiesta si basava anche sulle dichiarazioni di diversi pentiti, poi sconfessati dal tribunale: Roberto Vargas, Salvatore Laiso, Raffaele Piccolo e Raffaele Maiello.
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