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Cronaca

Sequestro beni affiliato al clan Belforte: c’è anche la braceria La Baita tra i beni confiscati

Valle di Maddaloni. C’è anche la società che gestisce il ristorante La Baita (in cui lavora Pasquale Maravita), che risulterebbe sponsor della Casertana Calcio, tra i beni destinatari del provvedimento di sequestro, finalizzato alla confisca eseguito questa mattina dalla Polizia di Stato della Questura di Caserta, contro Michele Maravita (libero con precedenti), genero di Antonio Della Ventura detto ‘O Coniglio, quest’ultimo ristretto al regime del 41 bis nel carcere di Opera, uomo di riferimento del gruppo camorristico marcianisano del clan Belforte detti anche Mazzacane, egemone a Caserta, Marcianise e Maddaloni.

L’inchiesta, si colloca nell’ambito di una più ampia strategia finalizzata a contrastare l’accumulazione dei proventi delle attività delittuose da parte di organizzazione criminali operanti nella provincia casertana, e la Polizia sta eseguendo attraverso investigatori della Divisione Anticrimine di Caserta e del Servizio Centrale Anticrimine, un decreto di sequestro di beni emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di S. Maria C.V, su proposta formulata dal Questore della provincia di Caserta, Andrea Grassi.

Due unità immobiliari, quattro società con annessi beni strumentali, diversi rapporti finanziari e bancari, autovetture ed un’imbarcazione per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro, tra cui la braceria di Valle di Maddaloni, i beni sequestrati che verranno proposti alla confisca.

L’operazione rappresenta l’epilogo di una complessa e articolata indagine che ha permesso di ricostruire l’asset patrimoniale e finanziario nella disponibilità diretta ed indiretta, tramite i suoi familiari, del Maravita Michele, che si ritiene sia stato acquisito con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo.

Al fine poi di disvelare l’origine illecita del rilevante patrimonio accumulato dal proposto e dal suo nucleo familiare è stata acquisita, con riferimento all’ultimo ventennio, copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita di beni, di quote societarie nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo l’intero nucleo familiare investigato, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica.

Redazione

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