Caserta (CE). Si chiude dopo appena tre mesi la collaborazione con la giustizia di Francesco Schiavone detto Sandokan, storico boss del clan dei Casalesi. La notizia del suo pentimento risale al 29 marzo scorso. Da allora, Schiavone è stato ascoltato più volte dai magistrati ma non avrebbe fornito alcun elemento utile per far luce su delitti ancora irrisolti legati all’attività criminale del clan dei Casalesi, ma avrebbe riferito solo fatti già noti o lontani nel tempo.
A riprova di ciò, il fatto che in tre mesi non sia stato depositato alcun verbale agli atti dei processi in corso o in allegato a nuove ordinanze. L’orientamento maturato in seno alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli è quindi quello di interrompere la collaborazione con la giustizia di Francesco Schiavone, che ora lascerà il programma di protezione e tornerà alla detenzione in regime di 41 bis.
Prima del pentimento, Sandokan era stato già sottoposto a 26 anni di carcere duro, da quando cioè è stato catturato nella sua Casal di Principe, in provincia di Caserta, l’11 luglio 1998, stanato in un bunker dagli agenti della Dia. Tra gli imputati nel maxi processo Spartacus, è stato condannato a più ergastoli.
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