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Cronaca

Frana San Felice a Cancello, comandante VVF: operazioni di ricerca più difficili mai portate avanti

Caserta. “È stata una delle operazioni di ricerca più difficili mai portate avanti, avremmo voluto un esito diverso per i due dispersi ma abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare” così Paolo Massimi, comandante Vigili del Fuoco di Caserta, commenta il ritrovamento del corpo del 42enne Giuseppe Guadagnino, disperso nella frazione Talanico di San Felice a Cancello dal 27 agosto scorso, dopo essere stato travolto a bordo della sua Apecar, dove era con la madre Agnese, mentre cercava di sfuggire dal fiume di fango e detriti che scendeva dalla collina che sovrasta la frazione.

In sedici giorni di ricerche è stato compiuto uno sforzo enorme, con le operazioni coordinate sul campo dai Vigili del Fuoco di Caserta, e svolte, sottolinea Massimi, “in assoluta sinergia con le altre forze dell’ordine e con la Protezione Civile”. Una sfida enorme, con le operazioni rese complesse dalla circostanza che “nessuno – spiega Massimi – poteva sapere né avere certezze sul luogo in cui erano finiti i due corpi. Siamo partiti dall’alto, percorrendo con cani, droni ed escavatori, e con decine di vigili (provenienti oltre che da Caserta anche da Napoli, Firenze, Modena, Salerno e Benevento) e di appartenenti alle forze di polizia, i chilometri che ci separavano dalla zona a valle, dove il fiume di fango ha terminato la sua corsa. Per gli specchi d’acqua abbiamo usato i mezzi anfibi e gommoni, sono intervenuti poi i sommozzatori. È stato insomma un lavoro importante, con l’utilizzo di mezzi più innovativi a disposizione del Corpo dei Vigili del Fuoco, che alla fine ha premiato l’idea di concentrare con caparbietà le ricerche nel laghetto dell’ex cava Giglio”.

Determinante l’utilizzo nel laghetto dell’ex cava di un Rov (Remote Operative Vehicle), mezzo che permette di rimuovere materiale galleggiante grazie ad una griglia. E mentre cercavano i due dispersi, i Vigili del Fuoco hanno anche ripulito e messo in sicurezza, sebbene provvisoria, alcune zone invase dalla frana, come il canalone che costeggia la frazione dove le ricerche si erano concentrate nei primi giorni, e dove sono stati trovati i pezzi dell’Apecar.

Ora però è arrivato il momento di realizzare operazioni strutturali di sistemazione del dissesto idrogeologico, perché a San Felice a Cancello, e in particolare a Talanico, spesso avvengono alluvioni. “Ho scritto a tutti gli enti competenti – afferma Massimi – elencando quelle che sono le opere che riteniamo necessarie per evitare il ripetersi di catastrofi del genere”.

Redazione

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