Caserta (di Lucio Seneca). «Luigi Vanvitelli è stato un sommo architetto ma anche un grande ingegnere e lo testimonia anche il Liber Mortuorum, letteralmente il registro dei morti, un documento custodito nella chiesa di San Francesco di Paola». Lo ha detto, oggi, Carlo Raucci, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Caserta, intervenendo all’apertura delle celebrazioni dedicate all’architetto del re, Luigi Vanvitelli nel 250esimo anniversario della morte.
La cerimonia che si aperta proprio nella chiesa guidata dal parroco don Biagio Saiano, al quale l’ingegnere Raucci ha formulato i complimenti per tutta l’organizzazione dell’evento.
Il presidente Raucci, inoltre, portando i saluti e il ringraziamento dell’intero Consiglio degli ingegneri casertani, ha ricordato – con ironia – della diatriba tra ingegneri e architetti circa il profilo di Luigi Vanvitelli, lasciando poi la parola al Presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Angelo Maria Perrini.
Quest’ultimo, invece, ha parlato di Vanvitelli come «professionista europeo» già allora all’avanguardia, in quanto è riuscito a coniugare la forma e la struttura in maniera straordinaria.
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