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Economia

In pensione da 56 a 63 anni e 5 mesi: gli invalidi possono prendere l’assegno INPS prima

Buone notizie per i lavoratori con invalidità: potranno ricevere l’assegno Inps molto prima rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero.

Di norma, per accedere alla pensione di vecchiaia, dal 2011 in poi, è necessario avere almeno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. In alcuni casi è possibile aggirare il requisito anagrafico e andare in pensione anche diversi anni prima ma solo se gli anni di contribuzione sono molti.

Infatti la pensione anticipata ordinaria prevede la possibilità di uscire dal lavoro a qualunque età ma bisogna aver maturato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi se si è uomini oppure almeno 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne. Chi ha un’invalidità certificata, però, può ricevere l’assegno Inps molto prima.

Infatti in Italia sono in vigore alcune misure appositamente studiate per andare incontro alle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici affetti da invalidità. In alcuni casi le persone con invalidità possono addirittura accedere alla pensione con oltre 10 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero.

Pensione per invalidi: tutte le misure da sfruttare

I lavoratori affetti da invalidità possono avere esigenze e necessità che impediscono loro di lavorare fino a 67 anni come stabilito dalla legge Fornero. Pertanto sono state messe a punto misure di pensione anticipata che consentono loro di ricevere prima l’assegno Inps. Tuttavia, anche in questi casi, è necessario soddisfare certi requisiti e non è sufficiente la sola invalidità.

Le persone con invalidità possono avvalersi di due misure di pensione anticipata molto vantaggiose/Casertanotizie.com

La prima misura di cui possono fruire le persone con invalidità certificata è Ape sociale. Ape sociale è stata riconfermata dal Governo Meloni fino al 2028 e consente alle persone invalide di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi con 30 anni di contributi. L’invalidità, però, deve essere pari almeno al 74%.

Questa misura comporta qualche piccolo svantaggio. A prescindere da quanto una persona dovrebbe effettivamente ricevere, l’assegno previdenziale con Ape sociale non può mai superare i 1500 euro al mese. Inoltre non sono previste la rivalutazione annua, la tredicesima né la quattordicesima. Ape sociale non è reversibile: se il soggetto muore prima di aver compiuto 67 anni, al coniuge non spetterà nulla.

Infine con Ape sociale non è possibile rimettersi a lavorare per arrotondare la pensione: concesso solo il lavoro autonomo occasionale fino ad un massimo di 5000 euro lordi all’anno. Tutti questi paletti cadranno quando il titolare della pensione compirà 67 anni: a quel punto gli verrà riconosciuta la sua pensione di vecchiaia ordinaria.

La seconda misura appositamente studiata per i lavoratori invalidi è la pensione anticipata di invalidità. In questo caso le donne possono accedere alla pensione già a 56 anni mentre gli uomini devono aspettare fino a 61. Il requisito contributivo è molto basso: bastano solo 20 anni di contributi.

Per fruire di questa misura è necessario avere un’invalidità pari almeno all’80% ma deve essere un’invalidità specifica. Non basta, in pratica, la generica invalidità civile: deve trattarsi di un tipo di invalidità che renda impossibile lo svolgimento della propria mansione come, ad esempio, una paralisi alle mani per una sarta.

Samanta Airoldi

Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.

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