A partire da gennaio l’Assegno di Inclusione potrebbe subire variazioni per alcuni: da cosa può dipendere?
L’Assegno di Inclusione è la misura economica che ha sostituito il vecchio Reddito di Cittadinanza, pensato per aiutare i cittadini in difficoltà economica. Per alcuni versi, infatti, è simile al vecchio RdC, pur rivolgendosi a un bacino di utenza più ridotto e prevedendo alcuni requisiti di accesso più severi.
L’ADI viene erogato su base ISEE e il suo importo può variare da un minimo di 40 euro al mese (corrispondenti a 480 euro annui) fino a un massimo di 780 euro al mese. Oltre all’Assegno di Inclusione, sono previsti anche dei contributi accessori, ad esempio quello per l’affitto.
Ma quali sono i requisiti da rispettare per poter accedere all’ADI? Innanzitutto esso prevede un tetto massimo per l’ISEE di 9.360 euro. A Partire da gennaio 2025 questo tetto verrà innalzato a 10.140 euro per far fronte all’inflazione.
In base al proprio ISEE, alla composizione del nucleo familiare, alle spese a carico dei richiedenti e anche allo stato di salute dei componenti del nucleo familiare, dunque, il contributo può variare nell’importo, comportando un contributo mensile più alto, una riduzione del contributo mensile oppure addirittura una sospensione.
Dal momento che viene erogato su base ISEE, infatti, l’ADI può variare al variare dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. E dal momento che quest’ultima ha validità di 1 anno e che all’inizio di ogni anno solare è necessario ripresentare l’ISEE per poter continuare a ricevere l’ADI, gli importi potrebbero risentirne.
Per continuare a percepire l’ADI, infatti, si avrà tempo tutto il mese di gennaio per richiedere e presentare la propria documentazione ISEE per il 2025. Dal mese di febbraio, dunque, gli importi potrebbero variare in base al ricalcolo su base ISEE.
Ma questo non è l’unico documento che verrà richiesto a gennaio e che potrebbe comportare qualche variazione dell’Assegno di Inclusione. Secondo quanto stabilito dalla normativa, infatti, i percettori di ADI sono tenuti a comunicare ogni variazione delle condizioni occupazionali durante l’erogazione della misura.
Ciò avviene ad esempio quando si inizia un lavoro dipendente oppure quando si comincia un’attività politica che preveda il pagamento di un’indennità. In caso di mancata comunicazione all’INPS e a fronte di controlli effettuati dall’ente di previdenza, l’ADI potrebbe essere sospeso. Dunque attenzione a quello che accadrà a partire dal 2025!
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