Una piccola riforma contenuta nella Legge di Bilancio 2025 modifica i requisiti di accesso alla pensione anticipata dedicata ai contributivi.
Se l’intenzione è andare in pensione nel 2025 con la pensione anticipata è bene conoscere le novità decise dal Governo per non illudersi troppo presto. Tanti lavoratori, infatti, saranno esclusi dalla possibilità di pensionamento.
Il sistema previdenziale italiano permette di lasciare il lavoro a 67 anni di età con 20 anni minimo di contributi oppure scegliendo uno scivolo pensionistico che anticipa il momento del pensionamento. Questi scivoli si rivolgono a specifiche categorie di cittadini e prevedono dei requisiti stringenti che limitano il numero di lavoratori che possono accedere alla misura. Nel tempo le condizioni diventeranno sempre più limitanti perché l’Italia non ha bisogno di altri pensionati ma di più lavoratori. Già nel 2024, ad esempio, Quota 103 è diventata meno conveniente.
Questo scivolo permette il pensionamento a 62 anni di età avendo maturato 41 anni di contributi ma richiede che il lavoratore accetti il sistema di calcolo contributivo (più svantaggioso) pur avendo versato contributi prima del 1996. Inoltre sono state allungate le finestre di decorrenza a 7 mesi per i dipendenti privati e gli autonomi e a 9 mesi per quelli pubblici ed è stato fissato l’importo massimo della pensione a 4 volte il trattamento minimo. Nel 2025 cambierà anche la pensione anticipata per i contributivi.
Pensione anticipata per i contributivi, cosa cambia nel 2025
Ad essere interessati dal cambiamento i contributivi puri ossia coloro che hanno maturato contributi dopo il 1° gennaio 1996 e coloro che hanno contributi versati prima del 1996 ma conteggiati con sistema contributivo. La Legge di Bilancio apporta due modifiche differenti.
La prima amplia la platea dei beneficiari perché offre la possibilità di includere la rendita garantita dal fondo pensione nel raggiungimento della soglia minima. La seconda, invece, esclude dal pensionamento nel 2025 molti lavoratori aumentando il requisito contributivo da 20 a 25 anni. Si prevede, poi, che entro il 2030 possa essere nuovamente incrementato fino a 30 anni.
Non cambierà, invece, il requisito anagrafico. Per accedere alla pensione anticipata contributiva bisognerà raggiungere i 64 anni di età. Sarà ancora valida, poi, la condizione che prevede il raggiungimento di un importo minimo di pensionamento ossia tre volte il minimo. Un traguardo impossibile da raggiungere soprattutto per chi ha maturato pochi anni di contributi.
E andrà sempre peggio dato che a partire dal 2030 la soglia da raggiungere sarà 3,2 il trattamento minimo. Scende a 2,8 il trattamento minimo la soglia per le lavoratrici con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli. Concludiamo sottolineando come nel conteggio dei 25 anni di contributi si considereranno solo quelli effettivi, versati dal datore di lavoro o dal lavoratore.