NASPI 2025: svolta epocale per i lavoratori dipendenti che mirano all’assegno di disoccupazione. Ora è possibile averlo anche con dimissioni volontarie.
Quando si perde il lavoro, è naturale chiedersi quali strumenti di supporto siano disponibili. In Italia, uno dei più importanti è la NASPI nonché Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, un’indennità di disoccupazione gestita dall’INPS che offre un aiuto economico temporaneo a chi si trova senza lavoro in modo involontario. E ci sono novità importantissime in merito in vista di questo nuovo 2025 subentrato.
La NASPI è stata introdotta nel 2015 con il Jobs Act, riformando il sistema di ammortizzatori sociali per renderlo più moderno ed efficace. Si tratta di un sostegno economico mensile dedicato ai lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro in modo involontario. Questa misura ha sostituito le precedenti forme di indennità di disoccupazione, semplificando e uniformando i criteri di accesso e le modalità di calcolo.
Il principio alla base è semplice: garantire un aiuto concreto mentre il lavoratore cerca una nuova occupazione. Il tutto viene gestito dall’INPS, che si occupa di verificare i requisiti, calcolare l’importo e erogare le somme spettanti.
Per accedere alla NASPI è stato finora necessario soddisfare alcuni requisiti fondamentali:
L’importo della NASPI viene calcolato sulla base della retribuzione media mensile percepita negli ultimi quattro anni, con un tetto massimo stabilito annualmente dall’INPS. L’indennità ha una durata pari alla metà delle settimane di contributi versati negli ultimi quattro anni, fino a un massimo di 24 mesi.
La richiesta della NASPI si effettua esclusivamente in via telematica sul sito dell’INPS, utilizzando le proprie credenziali SPID, CIE o CNS. Una volta presentata la domanda, l’INPS esamina i requisiti e comunica l’esito. L’erogazione avviene solitamente entro 30 giorni dalla richiesta, con pagamenti mensili.
Dal 2025, l’accesso alla NASPI subirà importanti modifiche, volte a estendere la platea dei beneficiari e adattare il sistema alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Ecco cosa cambia:
L’introduzione di criteri più flessibili per le dimissioni volontarie rappresenta una svolta significativa. Questo cambiamento mira a sostenere i lavoratori che, per motivi personali o professionali, decidono di lasciare un impiego ma continuano a contribuire al sistema previdenziale. La possibilità di accedere alla NASPI in seguito a un nuovo impiego che soddisfi i requisiti di contribuzione offre maggiore sicurezza a chi desidera cambiare lavoro senza rischiare di trovarsi senza supporto economico. Questo aspetto è particolarmente rilevante in un contesto lavorativo in continua evoluzione, dove la flessibilità è sempre più richiesta sia dalle aziende sia dai lavoratori.
Inoltre, questa misura risponde a un bisogno crescente di stabilità per i lavoratori, che spesso si trovano costretti a bilanciare aspirazioni personali, esigenze familiari e opportunità professionali. L’accesso alla NASPI dopo un periodo di lavoro successivo alle dimissioni rappresenta una sorta di “ponte” tra una posizione lavorativa e l’altra, favorendo non solo il ricollocamento ma anche la capacità di pianificare un futuro professionale con maggiore serenità. Si tratta di un passo avanti verso un mercato del lavoro più dinamico e inclusivo, capace di rispondere alle esigenze di un’economia moderna e dei suoi protagonisti, rafforzando il legame tra sicurezza sociale e flessibilità lavorativa.
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