I criminali informatici hanno la capacità di estrapolare i dati di account istituzionali per cambiare l’IBAN di accredito dello stipendio.
Volente o nolente, la tecnologia è diventata una compagna di viaggio irrinunciabile. Ha rivoluzionato ogni aspetto della nostra vita, semplificando processi che prima erano lenti e macchinosi. Prendiamo come esempio lo SPID, lo strumento che permette di accedere in pochi clic a servizi pubblici e privati.
Grazie ad esso, ci siamo liberati delle lunghe file agli sportelli, con la possibilità di autenticarci ovunque, persino tramite la carta d’identità elettronica. Una comodità, senza dubbio. Ma come spesso accade, dietro ogni innovazione si nascondono rischi che non possiamo sottovalutare.
Il problema principale è la sicurezza: per ogni progresso c’è sempre chi cerca di aggirare le difese. Le truffe digitali si sono evolute, assumendo forme sempre più sofisticate. Dal phishing alle frodi legate allo SPID, ogni cittadino è potenzialmente a rischio. Non servono grandi abilità per trovarsi con un conto prosciugato o, peggio ancora, scoprire che lo stipendio tanto atteso è stato dirottato altrove. Questo è esattamente ciò che è successo ad Alessia, una dottoressa romana, che si è ritrovata nel bel mezzo di un incubo tecnologico proprio mentre aspettava la sua tredicesima.
Tutto è iniziato con una semplice anomalia. Alessia, medico quarantenne, non ha ricevuto la sua tredicesima mentre i colleghi festeggiavano l’arrivo del tanto atteso accredito. Insospettita, ha contattato l’ufficio del trattamento economico del suo ospedale, scoprendo che le coordinate bancarie registrate sul suo profilo NoiPa erano state modificate. Lo stipendio era stato versato su un conto BBVA di Milano, ma Alessia non aveva mai autorizzato alcun cambiamento.
Dopo una denuncia ai carabinieri e un’indagine interna, è emerso che i criminali avevano utilizzato i suoi dati personali, probabilmente sottratti durante una fuga di informazioni, per creare due SPID e una CNS (Carta Nazionale dei Servizi) a suo nome. Con questi strumenti, i truffatori hanno avuto accesso al suo account NoiPa, cambiando l’IBAN e scaricando informazioni sensibili come buste paga e CUD. Non contenti, hanno anche tentato di aprire conti bancari e richiedere finanziamenti, incluso l’acquisto di un trattore, fermato solo grazie al sospetto di un commerciante.
Ma cosa fare per evitare tutto questo? Per proteggersi da questi attacchi, è fondamentale monitorare regolarmente i propri account, segnalare ogni anomalia e rafforzare la sicurezza dei dati personali. La storia di Alessia è infatti un monito: la tecnologia può tradire se non siamo preparati a usarla con cautela.
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