Politica

Caserta, attivisti e migranti cacciati dal Consiglio Comunale dove avevano esposto cartelli

consiglio-comunale-Caserta

Caserta. “Viviamo in una città amministrata da una giunta guidata da un sindaco PD con esponenti anche Cinque Stelle, eppure non riusciamo ad interloquire e ad avere chiarezza su situazioni su cui dovrebbe esserci sensibilità, dalla Casa del Sociale che non vede mai la luce al Sai per i migranti il cui finanziamento è stato revocato dal Ministero. Anzi ci cacciano dal Consiglio comunale“.

È la denuncia fatta da Mimma D’Amico, responsabile del Centro sociale Ex Canapificio di Caserta, storica associazione da sempre impegnata nell’assistenza e cura dei migranti e dei cittadini meno abbienti, in cui lavora anche Mamadou Kouassi Pli Adama, l’attivista ivoriano alla cui storia migratoria si è ispirato il regista Matteo Garrone per il film “Io Capitano”, giunto nella cinquina finalista degli Oscar ad inizio marzo.

Ieri gli attivisti del Centro sociale si sono presentati al Consiglio comunale di Caserta, e hanno esposto, come raccontano in un post su Facebook, “dei cartelli con l’obiettivo di sollecitare il Comune di Caserta rispetto a delle questioni sociali secondo noi urgentissime, in particolare l’apertura della Casa del Sociale Mamadou Sy presso l’Ex Onmi di viale Beneduce. Il sindaco Marino ha detto che non c’è la copertura finanziaria della Regione Campania per fare i lavori di ristrutturazione dello spazio, mentre fino a ieri si annunciava l’apertura del cantiere entro l’estate“.

Durante la seduta, gli attivisti hanno chiesto, “come tante volte negli ultimi due mesi, un incontro al Sindaco in merito, ma Marino ha ben ritenuto di invitare la polizia locale ad allontanarci e a zittirci“.

© Riproduzione riservata
CLICCA E ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
Più informazioni
commenta