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La riflessione sulla parola di Dio

PASQUA «RESURREZIONE DEL SIGNORE» Commento al Vangelo secondo Giovanni 20,1-9

«Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro». Un nuovo giorno inizia a Gerusalemme ma non è un giorno qualsiasi perché è il primo della settimana, il primo di ogni settimana cristiana, è la domenica della Resurrezione di Cristo. Nei giorni scorsi abbiamo vissuto liturgicamente e spiritualmente il Triduo pasquale, la sua attenzione amorevole nel Cenacolo e sul Golgota per tutti noi. Il sabato abbiamo vissuto il silenzio dell’attesa speranzosa che qualcosa potesse accadere. Come noi, anche Maria di Màgdala, con il cuore triste si reca al sepolcro. Pur essendo mattino, come ci ricorda l’evangelista Giovanni, nel suo animo c’è il buio del dolore e dello sconforto. Tra lei e Gesù si frappone una grossa pietra che, certe volte, è difficile da spostare anche per noi. Ma… è il primo giorno della settimana e la pietra era stata tolta dal sepolcro.

 

«Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». La paura di aver perso tutto porta Maria a correre verso Pietro, colui che ha sperimentato l’amarezza dell’aver tradito Gesù (Gv18, 17), e l’altro discepolo, colui che nell’ultima Cena aveva poggiato il capo sul petto di Gesù (Gv13, 25), per denunciare la tomba vuota. La scoperta e la notizia del possibile trafugamento del Signore lascia tutti nella disperazione. Ancora una volta non comprendono e anche l’ultima certezza, quella della morte, viene sconfitta da quella tomba vuota. Lo smarrimento «non sappiamo dove l’hanno posto!» li porta verso l’ignoto.

 

«Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò». Dopo l’annuncio di Maria, i due discepoli si mettono alla ricerca del Signore. Corrono insieme ma solo chi ha fatto esperienza della Crocifissione di Gesù può avere una marcia in più. Pietro non aveva avuto il coraggio di accompagnare il Signore fino al Calvario e il suo cuore era appesantito ancora dal tradimento. L’altro discepolo si china ma non entra. Basta uno sguardo per capire cosa sia avvenuto nel sepolcro. Quando si fa esperienza dell’amore di Dio le parole sono superflue. Basta vedere per comprendere. L’amore non va spiegato ma vissuto, non necessita di entrare nel sepolcro per comprendere perché il suo cuore già sa che il suo Signore non c’è.

 

«Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte». Con fatica anche Pietro arriva al sepolcro, ma ha bisogno di osservare, scrutare e verificare. I suoi occhi sono incapaci di vedere ciò che è avvenuto, la sua mente è annebbiata dalla certezza che l’impossibile sia diventato possibile. La morte non può tenere prigioniero Gesù, ne può farlo con noi. Tutto ciò che richiama la morte, i teli e il sudario, restano nel sepolcro perché non appartengono alla resurrezione. Gesù non può indossare le vesti della morte ma della vita. Il suo amore non può essere contenuto dai teli ma deve raggiungere chiunque, il suo volto non può restare nascosto dal sudario ma visibile a tutti.

«Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti». L’esperienza della Pasqua inizia da qui, nell’entrare nel sepolcro e vedere con gli occhi dell’amore che nulla è impossibile a Dio e che, quando si ama, si possono fare miracoli. Uscire dai propri freddi sepolcri di odio, di invidia, di gelosia per vedere l’alba nuova della Resurrezione di Gesù e la nostra. È Pasqua oggi e ogni volta che ci lasciamo amare dalla gratuità di Dio. È Pasqua tutte le volte che ci lasciamo tirare fuori dal freddo dei nostri sepolcri per farci riscaldare dalla misericordia di Dio. Buona Pasqua di Resurrezione a tutti voi!

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