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Scuola

Caserta: ex Lombardo Radice, il TAR respinge il ricorso dei genitori

Caserta. Il Tar della Campania ha rigettato le istanze presentate dai genitori di alcuni alunni della scuola primaria “Lombardo-Radice” di Caserta, che chiedevano di sospendere l’efficacia dei provvedimenti, adottati nel mese agosto, con cui il Comune di Caserta ha deciso di chiudere l’elementare con le sue quindici classi (14 per gli alunni e uno destinata alla mensa), che sorge nella centrale e trafficata via Roma, e trasferire i 220 alunni nel plesso di piazza Cavour, situato in un’altra parte della capoluogo.

Alla base di tutto c’è la scelta dell’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Marino di abbattere e ricostruire con i fondi Pnrr il plesso Lombardo-Radice, per realizzarvi un asilo nido e una scuola dell’infanzia, anche se poi la scelta sul se inserire anche la primaria, come ha fatto notare ai giudici amministrativi l’avvocato che assiste il Comune, Pasquale Marotta, può avvenire una volta ricostruito il plesso; per cui almeno formalmente, ha sottolineato il legale, non si può ancora parlare di soppressione della primaria di via Roma, così come invece sostenuto dai genitori nei ricorsi presentati dal loro difensore, Paolo Centore.

Il Tar ha dunque sostanzialmente accolto la tesi del legale del Comune, Pasquale Marotta, stabilendo che “non pare condivisibile la tesi dei ricorrenti, secondo cui il Comune di Caserta avrebbe, con gli atti impugnati, sostanzialmente soppresso ‘il plesso scolastico di Via Roma’, vertendosi, nella specie, piuttosto in un caso di trasferimento della sola sede, destinata ad ospitare temporaneamente il polo scolastico, dettato dalla scelta dell’Amministrazione di convertire la struttura di via Roma – a mezzo demolizione del vecchio edificio e ricostruzione – in asilo nido e scuola dell’infanzia; inoltre – aggiungono i giudici nell’ordinanza cautelare – l’interesse di parte ricorrente – consistente nell’evitare il disagio (logistico ed organizzativo) del trasferimento – appare recessivo, rispetto al pericolo rappresentato dall’accertata vulnerabilità sismica dell’edificio, per come rappresentata nella relazione, di cui alla nota del 27 agosto 2024”.

Redazione

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