Esiste in Italia la spada nella roccia, la mitica arma impossibile da estrarre a meno che tu non sia l’eletto Re Artù. Porta con sé una leggenda straordinaria.
Molti avranno appena finito di vedere per la centesima volta il mitico film Disney La spada nella roccia, con il giovane Semola, ovvero Re Artù, il mitico Merlino, il mago e il meraviglioso gufo parlante, Anacleto.
Personaggi di fantasia che hanno accompagnato l’infanzia di tutti e che continuano a farlo per i nostri figli e nipoti. Storie epiche, vicende che ci hanno fatto sognare di armature, fanciulle e draghi, e che ci hanno sempre proiettato lontano, oltre i nostri confini, tra i boschi della Gran Bretagna.
In realtà a quanto pare non c’è bisogno di andare tanto lontano per poter vivere un’avventura di questo tipo, basta spingersi non troppo distante da Roma per rinvenire la mitica spada nella roccia.
La spada nella roccia italiana, dove si trova l’arma impossibile da estrarre
La storia di questa spada è molto interessante, parla di cinque cavalieri templari di ritorno dalla loro missione in oriente, rifugiati sui monti per cercare di mettersi in salvo e poter rientrare a casa.
Secondo quanto raccontato da Dario Rigliaco nel libro “Dalle Leggende ai Misteri tra Terra e Cielo” , sono molte le tracce dei Cavalieri Templari in quel luogo, l’ordine religioso militare nato a Gerusalemme nel 1119 con lo scopo di proteggere i pellegrini diretti nella Città Santa.
Secondo il racconto di Rigliaco cinque templari si trovavano accampati in fuga da settimane, si trattava del Maresciallo del Tempio Guy de la Roche e quattro suoi confratelli. Il motivo della loro fuga è legato all’ordine di Filippo IV detto “il Bello”, re di Francia che ha dato l’ordine di catturare tutti i Templari, divenuti probabilmente troppo potenti.
Lo stesso aveva fatto Papa Clemente V emettendo un Decreto che chiedeva a tutti i Principi cristiani di arrestare i cavalieri. I Templari sopra citati si stavano appunto nascondendo nei boschi del monte con l’idea di recarsi nel Regno di Sicilia. Decisero di attendere fino al 21 dicembre 1307 il giorno del Solstizio d’inverno per conficcare la spada nella roccia e invocare giustizia divina.
Lì i cavalieri sciolsero il loro giuramento e sotterrarono i mantelli e si dispersero poi in direzioni diverse promettendo di non rivelare la loro identità a nessuno e rifarsi una vita. La spada della leggenda si trova conficcata sul sentiero del Planetario, in località 5 Confini, sul monte Terminillo, nel Lazio quindi a pochi passi da Roma. Il Terminillo è la vetta che segna il confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli.
Secondo la leggenda i cinque confratelli non sono poi andati troppo lontano, uno si dice abbia partecipato alla fondazione di Cittaducale, mentre gli altri si nascosero probabilmente nella comunità di Micigliano, Castel Sant’Angelo e Borgo Velino. Guy de la Roche invece si rifugiò nella Chiesa Foresta, ovvero l’attuale santuario di Santa Maria della Foresta vicino Rieti con il nome di Fra’ Bernardo.
La bufala della spada nella roccia collocata sul monte Terminillo
Questa splendida storia che è riuscita a valicare i confini e ad affascinare moltissime persone, sembrerebbe tuttavia essere una bufala inventata in modo ingegnoso da un agente immobiliare di Rieti e dalla Comunità Montana della zona. Un’idea questa nata inizialmente come gioco per i bambini. Sembrerebbe infatti che il templare sia in effetti esistito ma morto giovanissimo (a circa 28 anni) e sepolto nel Monastero di Daphni in Grecia.
Non era nemmeno un monaco, anzi era sposato con una nobile francese. Aveva dei parenti templari, quello sì. La vicenda è risultata negli anni credibile anche perché nei pressi del monte in questione esiste una località chiamata “Pian De Rosce”. La storia è nata nel 2017 sui giornaletti web e si è diffusa rapidamente anche se tra gli abitanti della zona è ben nota la sua origine.