L’Agenzia delle Entrate si allerta in automatico su quasi tutti i bonifici ricevuti: ogni accredito sul conto corrente va dichiarato?
Secondo l’attuale normativa il soggetto non deve dichiarare al fisco tutti gli assegni ricevuti. Nel senso che non deve per forza segnalare gli accrediti come voci del reddito imponibile. La stessa normativa permette però all’autorità fiscale di analizzare tutti i bonifici ricevuti delegando poi al contribuente l’onere di dimostrare che non si tratti di guadagni o pagamenti che fanno reddito.

Il concetto di base è infatti la presunzione di reddito. Secondo la normativa vigente. Ogni somma accreditata si presume reddito imponibile. E il contribuente dovrà fornire prove documentali per dimostrare il contrario. E, in mancanza di giustificazioni esaustive e complete, l’Agenzia delle Entrate ha dunque il diritto e la possibilità di avviare un accertamento fiscale sui bonifici ricevuti e non dichiarati.
Con l’uso dei big data e dell’intelligenza artificiale, per l’AdE è molto più facile scovare coloro che evitano di dichiarare tutti i bonifici incassati. Il meccanismo attiva in automatico i controlli in presenza di causali poco chiare o assenti e di importi elevati.
Il fisco controlla tutti i bonifici ricevuti e risponde con le sanzioni
L’algoritmo si concentra anche sugli accrediti ricorrenti e sui mittenti non identificabili facilmente. Stessa cosa per quei movimenti che risultano incoerenti o poco in linea con il profilo reddituale del contribuente.
Ciò vuol dire che anche bonifici tra privati, come regali o prestiti, possono essere oggetto di verifica se non accompagnati da documentazione con data certa. Ecco perché è importantissimo essere chiari nelle causali. Se si fa un regalo, bisogna specificarlo. Stessa casa per i rimborsi (per esempio: regalo a un figlio, regalo per matrimonio, contributo per l’affitto, contributo per le spese condominiali…).

Ma cosa succede sei i bonifici ricevuti non dichiarati vengono considerati come reddito imponibile dall’AdE? In questi casi, per prima cosa, il fisco applicherà tutte le imposte dovute sulle somme. Poi applicherà delle sanzioni per evasione fiscale. Dopodiché potrebbero entrare in gioco anche degli interessi di mora!
Il calcolo della sanzione si basa sull’imposta dovuta sulla somma ricevuta, cui si applicano le aliquote IRPEF in base al reddito complessivo. La sanzione amministrativa può essere del 100% o pure del 200% dell’imposta evasa.
L’AdE ha cinque anni di tempo per contestare eventuali redditi non dichiarati. Poi arriva la prescrizione. Per evitare le sanzioni, oltre a inserire causali dettagliate nei bonifici è importante imparare a redigere degli atti scritti con data certa, preferibilmente registrati. In questo senso, può essere utile inviare una PEC, che ha valenza giuridica.
Bisogna poi conservare la documentazione fiscale e le ricevute. Ora, quasi tutti i conti bancari conservano le ricevute in automatico. Se il referente del bonifico è rintracciabile sarà dunque facile dimostrare, in caso di regalo o rimborso, la non imponibilità dei bonifici.